Canone In-Verso

Canone In-verso

C’è una piccola via e una casa accogliente, una bottega che sa lavorare, una strada segnata. Ogni giorno fino a scuola e ritorno, fare i compiti per casa. E poi il lavoro avviato, le certezze, le cadenze armoniche dei progetti in fieri, il paese. Oppure no. Perché nessun progetto è una nota isolata, ogni pezzetto, ogni armonia si compone di incontri, di canti e controcanti, di adagi e di molto veloce.

Il canone inverso in musica è una forma di fuga, e già questo basterebbe. Ma di più: è un contrappunto fondato sulla melodia di base, come più armonie che si sovrappongono e si evolvono da quella originaria in modo che ogni voce - ogni armonia - vada in senso contrario rispetto alla precedente.

Perchè in realtà non c’è scatto in avanti che non sia una fuga e non tutte le fughe sono “contro” qualcosa, più spesso sono fughe in-contro.

 

Svetlana stava studiando inglese e questa donna, poliedrica, potente di fascino, colta, intraprendente parlava di cibo con una competenza che era talento prima ancora che studio. 

Nasceva, la storia di Svetlana, dall’amore per il cibo, per tutto il cibo: turco, spagnolo, italiano, francese, inglese. Una storia di curiosità e viaggi gastronomici in cui Giusi ha faticato a entrare con il suo inglese alle prime armi ancora un poco maccheronico e buffo, incerto come la vita, pericoloso come le parole. 

Ma si sa: l’incertezza, come il dubbio, è una piega, una svolta in cui infilarsi per scoprire altro. Assaggiare il börek turco, senza nemmeno sapere cosa fosse, provare il pesce crudo per la prima volta in vita sua, e poi vieiras alla gallega e molto altro: 

“C’erano una volta, un’Armena e un’Italiana a tavola, che parlando in italo-inglese, abbattevano muri con forchetta e coltello.”

Svetlana diventò più di un braccio destro, una specie di cervello che manda impulsi vitali al cuore e li rende una nuova visione. Abbattendo barriere, Svetlana liberò i negozi dalla formale rigidità italiana, arricchendoli di luce - e prodotti - internazionali, rendendoli punti di riferimento per l’eccellenza in tutte le forme e in tutte le geografie. 

Svetlana ha abbattuto anche le sue stesse barriere, trasformandosi da cliente in manager e contemporaneamente divenendo amica, guida di viaggio, puntello da cui lanciarsi. 

Cos’altro scegliere per raccontare tutto questo se non un Valdobbiadene DOCG, prodotto d’eccellenza nel suo territorio primo, originario, in cui la glera si fa spuma soffice e dolce, perlage raffinato, profumo di glicine, nella tradizionalissima versione Extra Dry: rosa, mela, pesca bianca che arrivano dritte dal naso al cuore e fanno dolce il palato.

 

Nina è un’altra storia della stessa storia: l’Italiana a Londra, poca esperienza di retail ma una vita vissuta a sorsi e bottiglie buone. Nina non sa solo il vino, Nina sa le vigne, i lieviti, i mosti, i grappoli, le vendemmie e le stagioni. Nina sa il bisogno della pioggia e la paura della tempesta, sa che ci vuole il freddo ma che il sole è indispensabile, con misura. Nina ha il senso e ha la misura.

Sarà questo che le ha insegnato il passo leggero sulle cose, che vanno come devono andare, che ti arrabbi o no, che corrughi o no la fronte e l’umore, vanno! E allora tanto vale declinarle con allegria, anche le noie, le brutture, le storture del percorso. Nina sa che l’amore non ha mezze stagioni e che le parole sono pietre, per questo le misura: dritte, dirette, veloci, è sincera Nina, come è sincero il tempo, nel bene e nel male. Perché ci vuole pure il male, a volte, per agognare il bene e averne rispetto.

Nina del vino sa grazie e disgrazie, ha l’eleganza minimalista del migliore dei bicchieri e la ha regalata a Giusi spogliando gli spazi - e la mente - dalla ridondanza, una versione nostrana e magnifica di “less is more”. Adesso che è mamma e ha invertito di nuovo la sua strada, lasciando profumo e vuoto dietro di sé, ci fa felici pensarla in una nuova pienezza di vita, certi che la vestirà con la stessa eleganza fatta di sostanza e mai di forma. 

Per questo a lei un omaggio in Brut: floreale e insieme minerale, equilibrato, diretto, gustoso, pulito.

Gli incontri danno e tolgono, riempiono la vita di musica, liberano il percorso e aprono la mente e non esiste alcun altro modo di apprendere, di crescere, di rischiare di essere felici, se non quello di spalancare gli occhi, la testa, le braccia.